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Quei 5 milioni vinti che il casino di Venezia non paga

Sarà sicuramente un caso, ma da quando la diffusione delle moderne slot machine elettroniche è aumentata in maniera prepotente, sempre più spesso si sentono raccontare storie di questo tipo e in questo caso a fare da teatro la sala di Ca’ Noghera e i 5 milioni vinti nel gennaio del 2008 da Giovanni Fellone che il casino di Venezia non paga in quanto attribuisce la grande vincita ad un tilt dell’apparecchio di gioco.

casino di venezia non paga

Basta dire che la slot è guasta e il casinò di Venezia non paga

Signori abbiamo scerzato, quei 5 milioni di euro che ha vinto non le spettano perchè la macchina era in tilt, ma se vuole le diamo 20 mila euro” –  queste sono state le parole che si è sentito dire l’imprenditore edile 56enne Giovanni Mellone dall’attuale direzione del casino di Venezia in seguito alle verifiche effettuate in sala dopo la vincita clamorosa centrata dal fortunato giocatore modenese, ma giustamente lui non ci sta e continua la sua battaglia legale affinchè quei soldi possano entrare davvero nelle sue tasche.

Non è la prima volta che si sentono raccontare storie del genere e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima, ma di certo questi episodi non fanno assolutamente al mondo dei casinò e delle slot machine. Il giocatore di default perde e quando occasionalmente vince cifre importanti, troppo spesso succedono fatti di questo tipo.

Vieni a giocare da noi e vinci grandi premi” – questo è un po’ il motto di tutte le case da gioco, anche se costrette dalla legge a passare messaggi sul gioco responsabile e sul divertimento (ricordiamoci che non è il gioco responsabile ad incrementare i fatturati dei casinò, ma l’esatto contrario) e poi quando succede che qualcuno riesce davvero a vincere, è troppo strano, così strano che magicamente si scopre un problema nel software di gioco e tutto dovrebbe finire a tarallucci e vino.

Giovanni Fellone ha deciso di non arrendersi e di continuare la sua battaglia, perchè quei soldi li ha vinti e li vuole. Li vuole per dare un futuro migliore al figlio disabile e per creare nuovi posti di lavoro nella sua piccola impresa e comunque siano andate le cose, che il software di gioco sia andato in tilt o meno, la responsabilità non può ricadere sul giocatore, ma dovrebbe ricadere sul casinò, come rischio d’impresa.

Intanto per il momento le tasche di Giovanni sono ancora vuote.