Era ora. Dopo sette anni di caccia alle streghe, si chiude uno dei capitoli più torbi per il gaming. Il Parlamento Italiano, su richiesta delle Comunità Europea abolisce la doppia tassazione sulle vincite ottenute nei casinò esteri. Purché le suddette vincite, siano ottenute in paesi facenti parte della comunità. Possono quindi tirare un sospiro di sollievo i nostri giocatori, tartassati negli anni dall’Ufficio dell’Entrate
Nel 2009 scatta l’operazione Allin
L’anno in cui tutto ebbe inizio è il 2009, con i giocatori italiani di poker che iniziano a ricevere le cartelle esattoriali dell’erario italiano, per le vincite ottenute all’estero. Si apre così un lungo periodo di scontro, con i giocatori che portano la questione in tribunali. I tribunali danno ragione ai giocatori, ma lo Stato non ne vuol sentire e continua a chiedere il 39% sulle vincite.
I richiami dell’Unione e la storica sentenza della Corte Costituzionale
Vista la situazione, molti giocatori hanno proseguito la lor battaglia legale e così sono andati direttamente a Bruxelles. Qui sono arrivati i primi richiami da parte dell’Unione Europea al nostro paese. Ma il momento decisivo è stato nel 2014, con la Corte Costituzionale Europea che dichiarato illegittima l’azione dello stato italiano, contraria all’articolo 52 del trattato europeo, che vieta la doppia tassazione. Un colpo decisivo, con la minaccia di pesanti sanzioni nei confronti dell’Italia.
La fine di un incubo
Il governo italiano si è dunque messo all’opera nel giro di 15 mesi ha raggiunto un disegno di legge, che è stato approvato dal parlamento. Dunque vincere all’estero non comporta più l’obbligo di dichiarare tale somma, purché sia stata ottenuta in un paese della comunità europea. Finisce l’incubo per i nostri giocatori e decade fin da subito l’inquietante “Operazione Allin”.
Le conseguenze della Brexit
L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, non sappiamo al momento che conseguenze potrà avere su questa nuova legge. Bisognerà attendere anche gli esiti dei rapporti e degli accordi bilaterali fra i due paesi. Certo, il rischio è quello che vincere in UK comporti l’obbligo di una doppia tassazione.